La giornata della terra e quella della mamma, la giornata del rifugiato e quella del papà, la giornata del bacio e quella della lentezza; e ancora: la giornata dell’olocausto, dei nonni e dei morti in mare, dei bambini e dell’Africa, dell’acqua e dei cavalieri, del risparmio energetico e della memoria, della poesia e degli innamorati, dei caduti in guerra e della pace nel mondo, dei lebbrosi e delle zone umide, contro il cancro e contro il bullismo, della donna e della radio, della giustizia sociale e della lingua madre, dell’udito e del sonno, della felicità e del teatro, delle foreste e della meteorologia, contro la discriminazione razziale e contro la schiavitù, dell’autismo e del diritto d’autore, della salute e del jazz, del disegno e della danza, contro la meningite e per le vittime dell’amianto, del cane e del tartufo, dell’amatriciana e del cane da tartufo, del gatto, del libro e del piffero di montagna, dei lavoratori e della risata, della libertà di stampa e delle ostetriche, dell’igiene delle mani e contro l’omofobia, della biodiversità e contro il tabacco, della bicicletta e dell’ambiente, dell’alfabeto braille e dei donatori di sangue, della musica e del vento, contro la tortura e per l’amicizia, dei mancini e contro la tratta, dell’orango e contro il buco dell’ozono, del turismo e per il cuore, del sorriso e degli occhi, contro l’alcolismo e per la non violenza, della salute mentale e contro la pena di morte, della gentilezza e del rifiuto della miseria, del diabete e della tolleranza, dei disabili e contro la corruzione, degli animali e dei vegetariani, del disarmo e dei migranti, dello spazio e dell’allattamento.
Non c’è giorno dell’anno che non si festeggi qualcosa. Manca solo la giornata del cazzo, ma quella è costantemente sotto traccia.
E se la smettessimo con questa orgia di sciocchezze e proclamassimo per 365 giorni all’anno la giornata del silenzio?
LA GIORNATA DEL SILENZIO
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