“La percezione del dolore” di Francesco Gambaro

Le formiche, dicono, bruciano immantinente senza capire, come capocchie di fiammifero, le rane cuociono lentamente, se le metti in acqua fredda e accendi il fuoco non salteranno dal fondale d’acciaio, loro sciocco riparo, le aragoste non strillano come i maiali perché non hanno voce ma, come i maiali, si dibattono nell’acqua bollente dove vengono calati vivi. “Se si tagliano certi vermi in due – scrive David Foster Wallace in Considerate l’aragosta – spesso le metà continueranno a strisciare qua e là come nulla fosse. Non ci sono indicazioni che sappiano che è successo loro qualcosa di male o che preferirebbero non essere stati tagliati a metà.” Solo noi cuochi percepiamo il dolore delle aragoste e ci trasferiamo, nei quattro o cinque minuti di agonia, in altre stanze per non sentire l’attacco disperato delle chele al coperchio della pentola.

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