La vecchia Ford Focus Station Wagon verdolina abita e dorme con le gomme a terra da più di vent’anni nella baracca di legno ai bordi del bosco, vicino alla cementeria. Nella sua pancia si affanna una folla difforme. Ragnoni falenuzze cimici scarafaggi roditorini lucertolette moschicciattole acari larve batteri e consimili microbelve vi hanno nidificato e conducono una loro vita frenetica di ininterrotti su e giù, fra zaffate di nafta stantia. Corrono e si scavalcano e si solleticano e si schiaffeggiano. Le loro cacche stratificate formano alture e vallate, crateri. Quasi sepolti in quella sozza mistura, dal pavimento della Ford affiorano oggetti semivivi, abbandonati chissà da chi, come un cubo di Rubik o una collana di finte perle. Il cubo semivivo di Rubik lo aveva dimenticato là un bambino obeso che adesso fa il chirurgo a Bruxelles, la collana semiviva, che in questo preciso momento si contorce e freme, apparteneva a sua madre.