Ora che se n’è andata per sempre,
il cicaleccio negli androni ricorda
la sua presenza che dicono lunga
ma che fu un attimo, come tutte le presenze
come la mia e la vostra, come questo farfugliare
nomi, luoghi,
la sua insignificante partenza,
i logori versi,
nel vortice delle cicatrici
che chiamiamo
una volta ancora tempo;
e aspettiamo seduti,
spenti dall’afa, che tutto finisca:
il dolore si addolcisca nel ricordo,
quest’altro inganno,
per rendere abitabile questa oscura casa
vuota come la chiacchiera e il vento.
LACRIMAE RERUM 39
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