LE POLTRONE CHE INDOSSAVO PER DORMIRE

le poltrone che indossavo per dormire per fare finta di essere grande dovevano sembrare un po’ infantili
all’epoca. ho sognato che non erano diverse da una sedia a sdraio che aveva mio padre, e anche mia
madre diceva che preferiva lavorare sulla sedia sotto al bicipite. una matassa di sogni è un regalo ma i
miei occupano soltanto spazio che avrei dovuto usare per scrivere, all’ingresso dei capelli delle
vertebre. ci sono quattro mura aperte a cui non piaccio perché la mia testa è la corda di un ariete. quelli
che dormono già potrebbero dare un’occhiata e vedere lenzuola precotte sul lato vecchio del poeta,
come dicono i letti.

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