Muove in giardini costretti
nel cemento
vestita in mozziconi
e candele. Preghiera votiva,
Noi si rabbrividiva.
L’ora venir meno, nulla al collo,
nulla alle caviglie
ma un baratro sotto gl’occhi.
Balenano negli anelli delle catene
volti come appigli,
Un affanno muro di sguardi.
Le nostre sagome come allunghi
che disinteressati da noi si scuciono
in fatui piaceri di regime, vacue leggi
che inespresse affogano
nella mousseline alla crema dove
il frustrare è lento come l’imbroglio
Litanico della pioggia d’aprile.
Ricomposto,
ed alle parti di lei una dolcezza di burro.
Dicevo,
piede bronzeo al bacio,
Per dove in questa bella giornata cara signora?