NAUMACHIA

Agosto 1952. Quell’estate il tema scelto fu antica Roma, in una stagione di
grande siccità. Ciononostante, nel condominio di via Verdi non si badò a
fare economia idrica. Era la settimana di Ferragosto quando il nuovo
portiere di Alberobello e sua moglie iniziarono a serrare tutte le possibili vie
di fuga. La grande aiuola fiorita al centro del cortile fu coperta con grandi

teli di cellophane per evitare di far marcire piante e radici. Quando tutto fu
pronto, quando tutte le vasche furono piene d’acqua fino all’orlo, per i
condomini arrivò l’atteso momento del sorteggio – in cui l’amministratore
estrasse il numero e in cui Maria Adele squittì fregandosi le mani sul
costume. Dalla finestra del bagno di servizio, fu la prima fortunata a
svuotare una secchiata d’acqua in cortile. A scroscio, seguirono gli altri, e
pure me. Al calare della sera l’acqua superava l’arco in muratura che dava
accesso alla portineria. La mattina successiva lambiva le finestre
dell’ammezzato. I locali seminterrati e le cantine si erano dotati di pannelli
impermeabili isolanti per evitare cattive sorprese. Il capitano di fregata, che
occupava l’intero piano nobile della scala F, fischiò nel flicorno. Dal quinto
piano in giù, in costume da bagno intero, Maria Adele con i capelli raccolti
in una cuffia multicolore con i fiori di plastica in rilievo, Lavezzi del
secondo piano in slip e pinne, Boris Mastrantoni della scala H con i
sandaletti da scoglio e il port cross turchese. Viani, un’avanguardista del
pian terreno, già si aggirava con il fucile da pesca e la muta. Insomma, tutti
– vai a vedere certi più cert’altri meno – abbigliati in tema con l’evento. Il
ragionier Sabetti si tappò il naso e si tuffo infilato in una ciambella a righe
blu, Maria Adele lanciò prima il materassino, portò le gambe al petto e si
produsse in un carpiato doppio, Attili eseguì un perfetto tuffo rovesciato e la
vedova Perilli, che in gioventù era stata giudice di nuoto, si infilò timer e
fischietto in tasca e batté forte le mani, decantando le qualità da campione
olimpionico. I ragazzini si lanciarono tutti a bomba, tranne il piccolo alessio
che, indossati braccioli, salvagente, pinne e bombola, l’avevano scortato giù
per le scale in apnea e introdotto nel cortile attraverso il giardino del piano
terra di Mariana, la fisioterapista. Il paralitico si era infilato in bocca il tubo
e calato la maschera sugli occhi prima di essere calato con l’ausilio corde
robuste da arrampicata, assicurato alla sua sedia a rotelle con gli elastici con
cui il compianto portiere fissava le valigie sul portabagagli dell’850. Un
colpo di pistola diede inizio alla naumachia. Il piccolo Alessio per poco non
ci rimise l’occhio sinistro.

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