Quel giorno fui contento di non lavarmi. La decisione è felicemente fotografata da un colpo di tosse, in cui mi si vede nudo ma deciso davanti l’odiata doccia. Da allora, ogni mattina, ho cominciato ad accumulare 13 minuti di credito-vita. Sempre più sporco arrivavo in anticipo a ogni appuntamento di lavoro. Presto mi licenziarono perché, scambiando la notte per il giorno, non mi trovavano mai al posto giusto nel momento giusto. Inoltre un fetore di animale selvaggio aveva marcato indelebilmente la mia stanza di ufficio. Il suicidio non arrivò subito ma per caso: tra lo scendere da un autobus e salire in un altro, incontrai una mia ex collega di cui ero stato innamorato. Lei disse, ciao gambaro, che buon odore. Le chiesi mille cose, notizie dei comuni amici, della sua e della loro vita per me rimaste molto indietro. Rispondeva alle mille domande e anche a quelle che non mi passava per la testa di farle: un fiume di parole. Le ultime che ricordo furono: quindi ho rinunciato all’informatica e mi sono buttata nel settore dei vini.