ora che (31) – marzo 1980 –

– io dubito delle relazioni che l’intimità sviluppa tra vivi e cemento e morti e l’idea straziante dell’oro e del sole non turba la necessità della sera imminente e i piaceri presuntivi del sonno

– straziante é soltanto l’eleganza della parola inutile mi tolgo le mutande e le calze e dico

‘non guardarmi’

– la funzione di me cittadino é proprio questa escludere dai giochi ogni memoria arcana e se soltanto respiri i vetri & le finestre fondono la mira sono tende che sbattono

– tu visiti in silenzio la villa con cellophan argento siringhe sporche tra i piedi

tra poco chiude tra poco la massa

– con più fretta i sogni convergono nei sogni la periferia arcana si accartoccia e respinge le premure delle grandi vie che decidono il centro casalingo del tempo

– con retorica semplicità ti guardo negli occhi ti mostro la sigaretta e ti chiedo del fuoco e poi ti ringrazio e vado via liberandomi

– ora senza alcuna ironia purini disegna la luna

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