Qualcuno mi sente? Mi state ascoltando? Vi vedo lontanissimi, non distinguo neppure le vostre facce, i vostri occhietti a palla, i foruncoli. Non distinguo le vostre voci, le vostre piccole voci simili a un soffio di cimice. Non riesco neppure ad arrampicarmi sui vostri capelli, così sottili e imbiancati per il troppo vento. Datemi un segno, fatevi vivi in questo paesaggio almeno con un cenno di mano, uno squillo di cellulare, che so. Tutti sanno ballare, del resto. Tutti hanno diritto di voto, come confermano i giornalisti. Eppure nessuno insorge. Nessuno visita più il Museo delle Ribellioni.