Dice di sé:
Nel 1963, a 11 anni, comincio a fare teatro (Martoglio e, subito dopo, Eduardo) e me la porto fino alla fine dei ’70 fondando il Curò con Piero Costa e Daniela Gagliano quindi portando in scena testi miei e di Piero con Fulvio Abate, Nicola Pasta, Luciano Tusa e Lory Adragna. Ionesco è il mio Osiride. Dopo una lunga pausa, sono tornato sulle assi nel 2010 sempre con mie sceneggiature. Sono stato redattore de L’Ora; pubblico su svariate riviste racconti e novelle e sono finito in alcune raccolte (Per App, Ruscelli di Luna, Tardo pomeriggio pagano, 800A) e in due libri monoautore (la terza edizione di Vite in pericolo – con foto di Letizia Battaglia – è inciampata nella Sars2). Ho scritto i testi (preghiere laiche, li amo chiamare) per due Festini: 2012, voce di Franco Scaldati; 2013, interpretazione di Stefania Blandeburgo. Tre radio libere nella mia vita: Radio Apache (anni da Indiani metropolitani), Radio100passi e, per adesso, Radio-comunitaria.org con appuntamento serale del martedì.
Mi piacciono i cavoli, le canne e i calamari (non sono ancora arrivato alla Ce)