SALUTI DA MARCIANA MARINA

Ricordo una volta che ero all’Elba per una stagione da cuoco, che in casa entrò una piattola molto grossa, color mogano. Io non ce la volevo: ne parlammo ma Lei non ne volle. E allora io dovetti scegliere la soluzione finale. Però Lei non si faceva prendere, era velocissima, andava a scatti nervosi a zig zag. Ma mica usciva, no: si rimpiattava un po’ qui un po’ là. E allora io una sera mi misi sul divano e aspettai. Aspettai e aspettai. E poi mi addormentai.

Tempo addietro – dopo anni – sono ritornato a Marciana: la piattola moganata era seduta al bar, con un bicchierone di granita alla merda. Mi sono seduto, mi ha offerto un bicchiere di piscio. Bei vecchi tempi, che si girava la spiaggia carponi – e naso naso si cercavano i saraghi marciti per il pranzo. Tzè.

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