SEI METRI E QUALCOSA

In ottemperanza al luogo comune, in frangenti pensosi mi rendo autore di un ostinato andirivieni, prediligendo il corridoio che conduce dalla porta d’ingresso al bivio tra soggiorno e cucina e dal bivio tra soggiorno e cucina alla porta d’ingresso che improvvisamente mi sbatte in faccia, inaugurando una copiosa fuoriuscita di sangue dal naso.

L’accaduto è semplice: immerso in cervellotiche complicazioni su argomenti inaccessibili, mi sono astratto.

Di conseguenza, mal calibrando un passo o due, sono passato attraverso la porta. Voltandomi e al contempo allentando un poco la trama dei miei pensieri, sono tornato incontrando il materiale ostacolo della porta.

Ora, in mutande e pantofole, sanguinante, dal pianerottolo uno straripante desiderio di chiavi mi tiene ancorato a me stesso.

 

 

Questo testo è in precedenza apparso, in una versione leggermente diversa, nella raccolta “Volevo fermarmi a tre righe ben scritte”, uscita per Gorilla Sapiens Edizioni 2019.

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