Raccontano che le spoglie di Anthonius Sigurson giacciano sotto il corpo-motore della Queen of Sheba, l’ultima nave sulla quale lo scrittore islandese aveva lavorato come medico di bordo – aveva trascorso un’intera esistenza sulle navi, medico per guadagnarsi da vivere e scrittore per amore alla vita; aveva voluto rimanere a bordo della Queen of Sheba anche oltre il suo ultimo giorno e il capitano Yanihara l’aveva accontentato, dicono, a costo di contravvenire a più di una regola.
Non si creda però che tutto questo abbia qualcosa di macabro: chi ama il mare e le navi sa quanto possa dissolversi, con l’andare del tempo, la distanza tra il proprio corpo acceso di sensi e la scintillante carena di una nave impregnata di salino e di vento.