Le sue rugosità splendono tra le mani che lo rigirano, il volto delle mani tocca il volto del sasso, l’uno volto verso l’altro.
Le mani lo raccolgono, lo liberano della polvere, ne cercano gli anfratti (occhi? bocca? – perché un sasso sa vedere e sa parlare la lingua bisbigliante della terra).
Le mani lo posano sopra e accanto ad altri sassi: il muro a secco si allunga, lento, teoria di volti, sapienti pietre – ecco, il Capo di Leuca è in vista.