non c’era molto da dire. a tramonto inoltrato. fosforescente
odore dei tigli. i nostri corpi troppo attillati. al vuoto interiorizzato.
la macchina cadde dal dirupo e il frastuono. spazzò via
miriadi di passeri. dal bosco. si precipitava. consapevoli dell’imminente
schianto. non c’erano alibi. poche stelle ignoranti di noi.
c’era odore di primavera. congelata. portata ai piani bassi del
frigorifero che era. ormai. la nostra immaginazione. e poi. poi.
nulla. nient’altro. non c’era molto. da dire a tramonto. inoltrato.
(da “di fantasmi e stasi. transizioni.” Arcipelago Itaca Edizioni, 2017)