Sono le ventidue e zero sette. Apro la porta di casa lentamente, ormai sono a casa, ma ho paura dei carabinieri. E invece trovo ad aspettarmi sul divano un vecchio poliziotto. Mi fa notare che sono le ventidue e zero nove. Sorrido: e allora? Allora ora Le facciamo un verbale da settecento euro. E ci scrive che sono le ventidue e dieci? Veramente sarebbero le ventidue e dodici. (In effetti ha fatto un pausone tra una parola e l’altra). Ci penso un po’ e rispondo che non è possibile che si faccia un verbale ad uno che ha ritardato di sedici minuti. Guardi, se continua così alziamo la posta: ventuno minuti di ritardo significano tanto per noi, abituati alle brutture della guerra. Mille e duecento euro e non se ne parla più.
Alla fine gli do un setteuri e via andare, passi lunghi e distesi. Niente ricevuta. Ma non se ne va. Manca un quarto a mezzanotte e il vecchio poliziotto mi ha gambizzato la riserva di cognac. Gli chiedo un trentino. Me ne da ventidue. Intasco e gli dico che, guardi, il cognac non era mica cognac, no: era tre stelle. E lui di rimando mi dice che nemmeno lui è un poliziotto, no: è un netturbino, e i ventidue euri sono falsi come gli dei. Ora non mi ricordo più esattamente com’è andata, però infine trionfa il bene.