Che i poeti di oggi amano sentirsi chiamare poeti. Come i dottori che non sono dottori dai posteggiatori. Per questo si moltiplicano in versi. Eppure, quando leggono, leggono tutto d’un fiato senza rispettare accapo o punteggiatura. Sono donne che mettono i tacchi per farsi riconoscere donne. Ma una donna è donna anche senza scarpe.
“Sta dunque per piovere: l’aria in questi casi è grandiosa, diventa la padrona; sembra una ragazza anziana che decide di farla finita con la sua purezza. Decide lei, da gran signora che abbia perduto accidentalmente le mutande.” da Madrid, di Cristina Annino