Si sente un tangeros, anche se non sa ballare il tango né sa dove andarli a trovare i tangeros. Eppure, in un angolo della della sua memoria, ci sono, precisamente sotto i portici di via Mariano Stabile che poi, verso il mare, defluisce verso la Galleria Instabile dei suoi amici pittori e ceramisti e facitori di tende con finestrelle che alzano rettangoli di gonna al vento e donano, ah già, luce alla casa. Si sente che vuole stare bene a tutti i costi e si infila un dito in testa, l’unghia è vecchia, sembra un lp rigato piuttosto che una chiavetta SP da 8 GB, suona qualcosa ma non si capisce, rumore, saranno i Gardel Volver’s? Sarà che stanotte voleva ripassarsi la lezione della sua prima serata alla scuola di tango? Poi pensa altre cose, la sua testa va verso altri desideri, un’arancina al burro, qui sotto c’è Alba, altra notte, altra musica.
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