un teatro (VI): attraversiamo un corridoio di pini bandiera

attraversiamo un corridoio di pini bandiera, beviamo un tè di montagna, la foschia è sulle cose, le cose sono nella foschia, c’è del ghiaccio da qualche parte e un po’ di neve e terra di montagna e attraversiamo un corridoio di pini bandiera e ogni cosa si apre e scompare nelle altre, saltiamo negli alberi come folletti del bosco, il percorso si accende a ogni salto e non sentiamo più la differenza fra le cose, attraversiamo una laguna entrando in una dispensa di verde, seguiamo le luci in lontananza verso le cime del bektashi, siamo ancora in una laguna, ci sono i segnali di un faro dismesso, entriamo nel cuore della terra e non sentiamo più la differenza fra le cose, attraversiamo un corridoio di pini bandiera, lontane dal percorso suonano le capre e c’è neve e del ghiaccio e terra di montagna da qualche parte, entriamo e usciamo dagli alberi e seguiamo delle balene rosse dagli occhi grandi e abbiamo per mani delle dita piumate, senza il volo, e per mare una vasca fossile, uno stagno, uno scrigno ghiacciato sui monti e tutto ha per voce il bosco e l’acqua che buca lenta le cose e certe creature entrano ed escono dagli alberi e dalle rocce e noi seguiamo, sempre, tutte quelle balene rosse dagli occhi grandi e noi si vaga sorpresi e violati dalle cose più strane e assurde, incastrati alla base degli alberi a bere radici e foglie cadute, prima di ricominciare a seguire tutte quelle balene rosse dagli occhi grandi, disperse perdute tra i monti, in un parco dai grandi prati e rami di melograno

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