VAGHE STELLE DELL’ORSA

“Sfoglia l’edizione di oggi” mi si dice. Mettiti comodo. Siamo al tre di agosto – ore diciannove e ventisette e tre secondi. Clicco (quasi) con la bava alla bocca sull’icona del giornale miniaturizzato in alto a destra della schermata e apro. Parte improvvisamente, e inaspettatamente, un conto alla rovescia che prevede un tempo di consultazione di diciotto secondi. (Sottoforma del classico numero cerchiato che viene decrescendo). Ne sono già passati cinque prima che mi renda conto di cosa stia succedendo, sei sette otto, prima che individui i comandi per mirare, ingrandire, cambiar pagina, nove dieci undici dodici, cambiare l’edizione, carrello, aiuto, scarica, tredici quattordici quindici, in alto a destra c’è di sicuro scritto La Giornata. Due doppie frecce con un otto. Clicco. Clicco. Sedici diciassette diciotto. Stop. “Siamo spiacenti, il tempo di consultazione gratuita è terminato – acquista ora la tua edizione digitale a partire da euro 1,09 – vai allo shop”. Il Foglio. Ma va suca. “Vaghe stelle dell’orsa, io non credea/ Tornare ancor per uso a contemplarvi/ Sul paterno giardino scintillanti/ E ragionar con voi dalle finestre/ Di questo albergo ove abitai fanciullo/ E delle gioie mie vidi la fine…” * G. Leopardi, XII, Le Ricordanze

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