VITA DI LUCULLO SOTTO CECILIA METELLA

In uno dei brani pubblicati da “ Il Cucchiaio nell’orecchio” in data 29 maggio 2021 – Gli Istrici, di Gaetano Altopiano, racconto del conte di D’Artagnan e della sua letargia – l’autore ha commesso più di un errore. É una parente da Castrofilippo che lo segnala, parlando per l’esattezza non tanto di refusi, o spropositi, quanto di vere e proprie omissioni che a detta della signora sarebbero fondamentali. Si tratta dei seguenti passaggi: 1) da un suono fatto solo di numeri tre ricamati a mano, per cominciare, si passa a un odore di linfonodi e ghiandole tronche senza passare lungo la rotta delle gru alsaziane – e il che è impossibile; 2) dal camice di lamiera bugnata del medico che visita il conte manca il primo  bottone, sul letto non c’è la cartella clinica – niente dimostra che l’uomo soffra di letargia; 3) per risalire allo zero assoluto bisogna scendere piani, trombe di scale, prendere ascensori e montacarichi, fin sotto il livello dell’acqua marina – cui invece si arriverebbe più agevolmente da uno sportello secondario che l’autore conosce alla perfezione; 4) si nega una descrizione esatta della natura – ossia, sembra che non ci sia alcuna natura visibile;  5) mancano dettagli basilari, come concetti del tipo: chi era l’elettrauto Pippo Corno? chi la donna che soffiava agli orecchi? cosa ossessionò Bioy Casares fino alla morte?; 6) mancano i due orizzonti, il senso di spossatezza, la descrizione del rene artificiale: il sangue che affluisce, viene dializzato, defluisce.

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